mercoledì 23 settembre 2009

Il servizo...una vocazione

Lunedì 21 settembre ho potuto assistere alla prima delle tre serate di formazione animatori. Questa opportunità di formazione e arricchimento professionale viene offerta ogni anno dal vicariato per gli educatori che si occupano durante l’anno sia dei bambini che degli adolescenti.
Il tema della serata è il servizio e di questo ci ha parlato il relatore d. Andrea Peruffo.
Inizialmente il relatore ha fatto in modo che ci confrontassimo a gruppetti sul significato che ha per noi il servizio. In seguito ha chiesto ad alcuni di noi di esprimere la propria opinione. È da quest’ultime che poi d.Andrea ha proseguito nel chiarirci e farci riflettere sul vero significato della parola servizio.
Ci ha spiegato che il servire, soprattutto oggi, diventa una provocazione rispetto: il denaro, l’egoismo e l’odio in quanto si serve preoccupandosi principalmente dell’altro, aiutandolo nelle sue difficoltà e semplicemente standogli vicino e si arriva così a diffondere un piccolo messaggio di speranza, che si può paragonarlo ad una goccia, che insieme a tanti piccoli messaggi di speranza si cerca di andare a formare questo grande mare di speranza. Questa grande provocazione, spiega il relatore, va a contrastare la parola paura che cerca di farsi largo sempre di più, ogni giorni, negli animi delle persone, in quanto si ha paura dell’altro: che mi possa fare del male o che non si accorga di me e di fronte a questa paura non dobbiamo fare altro che metterci a disposizione dell’altro servendolo!
Il servizio è un dono del Signore e per questo è una cosa importante e che non si può gettare via così facilmente, perché questo desiderio ci nasce da dentro, ma è il Signore che ce lo imprime.
Per tutti questi motivi, l’educatore ha un ruolo importante e che sta proprio nel fare in modo che i bambini crescano e diventino adulti mediante la consapevolezza che il servizio è fondamentale affinché si arrivi a edificare un qualcosa di grande che è la comunità. Si diventa adulti infatti, non solo perché il tempo passa, ma perché si incontra un altro adulto che ci aiuta a crescere nella fede e nel servizio. Il rischio però è che ci sia una fede fragile che ci porta ad andare dove “gira il vento”, perciò essere adulti significa anche essere stabili nella fede.
Tutti abbiamo bisogno degli altri per crescere e il rapporto con l’altro ci aiuta ad arricchirci sempre di più perché nel mentre io mi do, sto anche ricevendo qualcosa.
In conclusione d.Andrea ha affermato che l’essere animatori significa andare in profondità e capire che nel nostro cuore c’è qualcosa di buono, perché ciascun cuore ha bisogno d’amore!
Grazie a questo incontro ci si è potuti confrontare e riflettere sul vero significato di ciò che noi compiamo giorno per giorno con i nostri ragazzi e di come sia importante trasmetterlo in maniera serena e positiva affinchè sappiamo trasmetter loro un messaggio di speranza in un mondo pieno di disgrazie.

giovedì 17 settembre 2009

ACRissimo. Quarto Atteggiamento: l'Impegno


Ed ora mettiamoci d'impegno!

Obiettivo
Riuscire a tenere fede ai propri impegni.

Materiale: pezzi di stoffa per fare gli scalpi, pennarelli, graffette e foglietti

Svolgimento
Si fa scrivere ad ogni ragazzo un impegno concreto che deve dare significato alla propria vita (famiglia, scuola, amici, …) e lo si attacca su una striscia di stoffa. Da qui comincia il gioco dello scalpo: tutti contro tutti. Ogni ragazzo può rubare lo scalpoimpegno di ogni altro ragazzo sfidandolo con il gioco “cartaforbicesasso”, ma deve fare in modo che non venga rubato il proprio. Il ragazzo che prende lo scalpo lo porta da un educatore ed il perdente viene sottoposto ad una prova veloce prima di ritornare in gioco.

Riflettiamo sul gioco
Leggere con i ragazzi gli impegni scritti e chiedere loro se tenere fede a questi impegni comporta delle rinunce oppure se è tutto semplice. Farli riflettere sul significato dello sforzo per mantenere i propri impegni.

martedì 8 settembre 2009

ACRissimo. Terzo Atteggiamento: la Disponibilità


Eccovi il terzo atteggiamento: la Disponibilità. Sfidiamo i bambini a rendersi disponibili con questa attività.

Obiettivo
Saper ascoltare gli altri ed essere pronti a rispondere alle richieste.

Materiale: la stampa della storia"I Tre Desideri"(Immagine a lato)

Svolgimento
Ai ragazzi viene letta la fiaba de “i Tre Desideri” durante la quale, ogni volta in cui vengono ripetute certe parole, tutti devono fare determinati gesti/movimenti.
Dopo un breve giro di prova, chi sbaglia gesto, non lo fa o lo fa per ultimo, viene penalizzato dovendo partire da posizioni sempre più scomode. Oppure si può ripartire da capo a leggere la storia ad ogni errore.

Di seguito sono riportate alcune parole-gesto utili per il gioco:

DESIDERIO: Stringere le braccia come ad abbracciarsi
SALTARE: Salto avanti e torno indietro
DONNA UOMO: Piegare le gambe
SALSICCIA: Spingere all'insù il naso con l'indice e fare il verso del maiale
TRE: Battere 3 volte le mani
VICINI VICINO: Saltare a piedi uniti al posto del compagno di destra

Riflettiamo sul gioco
Quanto spesso accade che fingiamo di non aver sentito perché non abbiamo voglia di aiutare i genitori? Quante volte non ascoltiamo quello che ci viene detto perché stiamo ascoltando la televisione? Quante volte capita che non riusciamo a capire che un nostro amico ci chiede un aiuto? Oppure capiamo, ma non abbiamo voglia, tempo, ci vergogniamo, temiamo il giudizio degli altri. Dobbiamo tenere aperte le porte del nostro cuore per accogliere l'altro. Essere disponibili ad aiutare chi ci sta accanto!

mercoledì 1 luglio 2009

L'Orologio della Fedeltà


Oggi ci ricolleghiamo al primo degli atteggiamenti proposti il... , proponendo un attività che permette di capire meglio il significato di FEDELTA'.

L'attività si articola in tre momenti salienti.
In un primo momento i bambini tutti in gruppo scoprono che durante l'estate la loro viva quotidiana cambia, non si va a scuola, molte attività sono sospese, ecc. Il gruppo deve quindi di realizzare un orologio "invernale"(fatto di 24 ore), ed uno "estivo" e dopo aver riempito gli "spicchi" della giornata, confronta i due orologi così ottenuti.
E' probabile che in quello estivo manchi o sia limitato il tempo per la preghiera: i bambini decidono così di dedicare un pò del loro tempo per far spazio a Gesù anche in questo periodo, scegliendo modalità e tempi per vivere quest'impegno.

Nel secondo momento i bambini lavorano da soli per realizzare un orologio da polso suddiviso all'interno in 7 "spicchi", uno per giorno della settimana. L'educatore a questo punto invita i bambini a scegliere un impegno conreto per essere amici di Gesù: coloreranno gli spicchi con colori più o meno intensi secondo che siano più o meno riusciti a mantenere l'impegno preso.
Sarebbe bello che ciascuno prepari un orologio anche per i suoi coetanei per invitare anche loro a vivere un'estate eccezzionale con Gesù.

Il terzo momento è costituito dall'estate stessa, nella quale i bambini incontreranno nuovi amici e proprio con loro dovranno condividere la bella esperienza che vivono. Sarebbe bello che, al ritorno dal tempo estivo, ogni bambino possa condividere l'esperienza di amicizia vissuta nel tempo estivo.

Questo attività deve indurre i ragazzi alla condivisione e all'aiuto reciproco.

sabato 27 giugno 2009

ACRissimo. Secondo atteggiamento: la Tenacia

Ecco per voi il secondo degli atteggiamenti che troviamo nel giorno dedicato all'ACRissimo: la Tenacia. Di seguito viene esposta l'attività.

Obiettivo
Andare oltre agli ostacoli per realizzare i desideri e raggiungere il proprio obiettivo, al di là del giudizio degli altri.

Materiale: biglietti di due colori per scrivere i desideri, pennarelli o simili, nastro per delimitare il campo di gioco

Svolgimento
I ragazzi vengono divisi in due squadre e scrivono, ciascuno su un foglietto, un proprio desiderio. Il campo viene diviso in due aree (tipo pallaguerra) e i biglietti vengono messi dalla parte opposta del campo di gioco rispetto a chi li ha scritti. Ogni ragazzo deve cercare di raggiungere e recuperare il proprio biglietto-desiderio, ma quando entra nel campo avversario può essere bloccato dai componenti dell'altra squadra. I ragazzi possono bloccare gli avversari solo nella propria area di gioco toccandoli con una mano e dicendo di mettersi a "sicomoro" (albero), "sasso" o "ponte". Chi è bloccato può essere liberato solo se un compagno di squadra gli passa sopra o sotto.

Riflettiamo sul gioco
Nel gioco i ragazzi sperimentano la difficoltà di raggiungere i propri desideri. È importante far notare ai ragazzi quanto spesso le situazioni o gli altri si mettono tra noi e i nostri desideri (cosa che devono notare loro), ma anche che è grazie all'aiuto degli altri e alla nostra tenacia che riusciamo a realizzarli.

martedì 23 giugno 2009

ACRissimo. Primo atteggiamento: la Ricerca

Durante la festa i bambini hanno potuto scoprire alcuni atteggiamenti il primo è: la Ricerca.

Obiettivo
I bambini non devono accontentarsi e fermarsi alle apparenze ma cercare di comprendere e scoprire le cose.

Materiale: scatolone forato, disegno 3D, oggetti vari per riempire lo scatolone, fogli bianchi, colori.

Svolgimento
Le 2 squadre devono ricostruire, ciascuna su un foglio, un disegno/testo nascosto sul fondo di uno scatolone utilizzando solamente il tatto. Il gioco si svolge a staffetta: un componente per squadra parte dalla base, raggiunge lo scatolone posto ad una certa distanza e, in 5 secondi (un educatore tiene il tempo), deve cercare di capire il più possibile del dise-gno 3D posto sul fondo dello scatolone; scaduti i 5 secondi torna alla base e fa cambio con un altro componente della squadra.
Per rendere più difficile la ricerca, lo scatolone è chiuso e riempito di oggetti di varie dimensioni; per poter "sentire" il disegno i ragazzi devono mettere un braccio nei fori praticati nella parte superiore dello scatolone (per l'altezza dello scatolone tenete presente la lunghezza delle braccia dei bambini).
Si può realizzare un disegno 3D ritagliando da un cartone ondulato (quello degli scatoloni) le sagome che compongono i soggetti del disegno e incollandole sul fondo dello scatolone. I ragazzi che rimangono nella base devono completare il disegno o cercare di capire il testo scritto.

Riflettiamo sul gioco
I ragazzi si renderanno conto che, per arrivare a capire veramente quello che è nascosto nello scatolone, non devono fermarsi alla prima impressione, togliere quello che c'è in più e che confonde per raggiungere il "vero" che sta alla base delle cose.

lunedì 22 giugno 2009

Prepariamoci per l'ACRissimo

Qui di seguito sono proposte due attività per preparare i bambini alla festa al suo significato.
Innazitutto per preparare i ragazzi alla festa è importante introdurli all'icona biblica di riferimento, nella quale possiamo ritrovare poi gli atteggiamenti che i ragazzi saranno chiamati a vivere nella festa. Tale attività prevede due incontri, ma ognuno è libero di adattarla al proprio gruppo.

Prima Attività

Obiettivo: introdurre i ragazzi alla conoscenza dell'icona biblica della festa. Questa prima parte aiuta i ragazzi a vedere la scena del brano biblico e a ricordare ciò che in essa accade.

Svolgimento
Prepariamo precedentemente un filo abbastanza alto dal quale penzolano 11 sacchetti appe-si al filo con una molletta. Dividiamo i ragazzi a coppie e spieghiamo loro che ogni coppia dovrà recuperare un sacchetto senza però usare le mani, né altri oggetti o attrezzi (es. sedie,…).
Recuperati i sacchetti li si potrà aprire per scoprire che all'interno di ognuno c'è una parola. Uno dei sacchetti contiene delle istruzioni che un educatore va a leggere. Un personaggio misterioso ci ha lanciato una sfida: dice che lui è imbattibile ad inventare le storie più accattivanti e reali possibili a partire dalle 10 parole che abbiamo trovato nei sacchetti. L'unica regola è che tutte le parole devono assolutamente essere presenti all'interno della storia stessa. Oltre alle istruzioni, in questo sacchetto c'è anche una busta contenente la storia scritta da chi ci sfida, ma che potrà essere letta solo dopo aver scritto e letto le nostre versioni.
Il gruppo si suddivide in gruppetti di tre o al massimo quattro persone e si affida a ciascun gruppetto l'elenco delle 10 parole. I neoscrittori hanno a disposizione 15/20 minuti per completare la sfida.
Ecco le parole: città, ricco, folla, albero, sguardo, casa, poveri, statura, quattro, vede-re.
Quando tutti hanno concluso, ci si ritrova tutti in gruppo e si apre la galleria di racconti leggendoli. Queste parole ci hanno forse ricordato qualcosa?
Dopo aver letto tutte le “opere” si può procedere finalmente con l'apertura della busta e alla lettura della storia che è ovviamente l'icona biblica.
Segue un confronto: abbiamo già sentito questo racconto? Cos'ha di diverso da quelli che abbiamo scritto noi? E di simile?
Si conclude l'incontro drammatizzando il brano dell'icona.

Seconda Attività

Proponiamo ai ragazzi una caccia al tesoro in cui le diverse tappe sono costituite dai negozi di un centro commerciale tra i quali i ragazzi rovisteranno.

Svolgimento
I ragazzi saranno divisi, in base al numero, in 2, 3 o 4 gruppi e, a rotazione, saranno indirizzati in diversi negozi con degli indizi. In ogni negozio dovranno superare una prova: a prova superata i ragazzi avranno la possibilità di scegliere una chiave come gruppo tra alcune presenti nel negozio. Alla chiave scelta sarà attaccato un portachiavi con striscia di cartoncino sulla quale i ragazzi scriveranno che cosa hanno acquistato in quel negozio (se è un negozio di vestiti saranno vestiti… sempre comunque degli oggetti materiali) e potranno poi cercare il biglietto con l'indizio che li invia al negozio successivo.
I negozi e le prove: ognuno può scegliere il negozio più vicino alla realtà del gruppo.

Alcuni esempi di negozi:
-Nuove Idee Abbigliamento: in questo negozio i ragazzi dovranno cercare di vestire un componente del gruppo di un solo colore (o colori più simili possibile) utilizzando i vestiti degli altri componenti del gruppo.

-Discotape: in questo negozio di videogiochi e musica i ragazzi dovranno cimentarsi a turno nel mimo di alcuni titoli di canzoni o giochi per il computer. L'educatore sussurrerà all'orecchio di un componente il titolo da mimare e gli altri lo dovranno indovinare, così per ogni componente del gruppo.

-Dolciumi: tutti i dolciumi che hai sempre sognato: in questo negozio i ragazzi dovranno assaggiare degli alimenti e indovinare l'ingrediente mancante (es. il te senza il limone, il pane senza il sale, ...) oppure indovinare gli ingredienti di intrugli preparati dagli educatori.

-Negozio di scarpe: in questo negozio ogni ragazzo dovrà togliersi una scarpa e riporla in uno scatolone. I ragazzi saranno a questo punto bendati e disposti a cerchio. Lo scatolone sarà rovesciato in mezzo al cerchio e ogni ragazzo dovrà ritrovare e infilare la propria scarpa.

Ogni negozio avrà a disposizione 5/6 chiavi con il portachiavi e il cartoncino sul quale i ragazzi scriveranno i loro “acquisti ideali” in quel negozio.
Dopo essere passati nei 4 negozi ed avere quindi in mano 4 chiavi per gruppo, i ragazzi trovano l'indicazione per andare alla ricerca del tesoro: il tesoro (nascosto in uno spazio diverso da quello dei negozi) è contenuto all'interno di uno scrigno chiuso a chiave.
Ogni gruppo ha la possibilità di provare le 4 chiavi trovate nei negozi. Ma nessuna chiave riesce ad aprire la cassetta del tesoro. Accanto alla cassetta troviamo però un altro indizio: è l'invito a partecipare ad una festa. È la festa dell'ACRissimo forse lì riusciranno a trovare la chiave giusta…

Ora non rimane altro che iniziare il conto alla rovescia per il giorno della festa per scoprire il magnifico Tesoro!

venerdì 19 giugno 2009

L'ABC dell'ACRissimo

IDEA DI FONDO

Durante il cammino dell'anno i ragazzi si lanciano alla ricerca di ciò che desiderano veramente, muovendosi all'interno della complessa
realtà che ci circonda.
Ciò che stiamo scoprendo però è che l'importante è saper cercare, mettendo al primo posto ciò che conta. Andare alla fonte dei desideri vuol dire non confondere la soddisfazione dei bisogni con la pienezza di vita e discernere cosa veramente dà senso e orienta la vita stessa aprendola alla speranza e al “sogno”.
In tale ricerca i ragazzi scoprono che è Gesù a mettere nel cuore questa spinta ad una vita in pienezza, a scoprire la propria vocazione… il desiderio che Dio ha su ciascuno di noi per mezzo del dono del suo Spirito. Ciò implica la capacità di scelta nelle piccole e grandi situazioni della vita, un discernimento secondo il progetto di Dio e non secondo la logica del mondo che spinge i ragazzi al di fuori.
Particolarmente vicina a noi è la figura di Zaccheo: come noi anche quest'uomo cerca tra le mille offerte che il mondo propone, la ricchezza, i soldi, il possesso
di cose… ma non è mai soddisfatto, non è felice. Ciò che le vetrine mettono in mostra non è ciò che il suo cuore profondamente desidera.
Ciò che trasforma radicalmente la sua vita è il desiderio di vedere Gesù, di incontrarlo e per fare questo si fa spazio tra la folla, sale su un albero. Gesù lo vede e il cuore di Zaccheo lo accoglie… ora ha capito ciò che veramente
desidera e si mette alla sequela.

L'ICONA BIBLICA
dal Vangelo di Luca 19, 1-9

Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È andato ad alloggiare da un peccatore!". Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto". Gesù gli rispose: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa […]”

Zaccheo è capo dei pubblicani, è un uomo ricco e benestante anche se viene visto dal suo popolo come un impuro, un peccatore. Secondo la “logica del mondo” ha tutto: potere e denaro. Ma Zaccheo è insoddisfatto. Si rende conto che il potere e il denaro non gli procurano la pienezza del vivere che però non si è stancato di cercare. Zaccheo sente il desiderio di andare oltre. E cerca di vedere Gesù. Vuole vedere Gesù e questo incontro cambia radicalmente e concretamente la sua vita. Zaccheo, in questo incontro, si purifica: lascia ciò che è superfluo per accogliere ciò che è essenziale.

Gli atteggiamenti che emergono dall'icona biblica e che saranno sviluppati in forma di attività nel corso della giornata dell'ACRissimo sono qui sotto elencati:

Ricerca
“cercava di vedere quale fosse Gesù”

Tenacia
“corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro”

Disponibilità
“in fretta scese e lo accolse pieno di gioia"

Impegno
“Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno,
restituisco quattro volte tanto”


Per la preparazione dei ragazzi alla Festa, saranno disponibili delle attività che verranno aggiunte nei prossimi giorni. A Presto...

lunedì 18 maggio 2009

Il Mercatino dei Desideri


L'ultima parte del percorso annuale dell'ACR prevede un mese per gli incontri con i gruppi delle parrocchie vicine alla propria. Per questa occasione vi propongo un gioco che sicuramente riuscirà a coinvolgere tutti.

Prima dell'incontro i bambini delle parrocchie dovranno pensare quali sono i loro desideri più grandi. Questi devono essere trasformati in oggetti o disegni che li rappresentano.
Durante la giornata di incontro i bambini troveranno allestito un grande mercato dove potranno vendere o far vedere i loro desideri. I desideri così esposti verranno apprezzati dagli altri bambini che in tal maniera contribuiranno ad incrementarne il valore. I desideri essendo condivisi possono intrecciarsi tra loro e così creare un desiderio comune.

Alcune idee per lo svolgimento.
-Può essere allestito un bancone nel quale creare un disegno che raffigura il proprio desiderio.

-I ragazzi espongono i desideri accumulati durante l'anno, se ci sono desideri gemelli, possono esser scambiati mediante piccoli giochi di conoscenza.

-I ragazzi possono costruire un astronave con gli "oggetti-desideri" per comprendere che i desideri vanno realizzati insieme, con l'aiuto di coloro che sono accanto a noi.

Questo gioco può essere modificato a piacimento, ma in qualsiasi caso il concetto di base è molto importante. La collaborazione e l'apprezzare i desideri degli altri, insegnano ai bambini come vivere meglio tra di loro.

mercoledì 13 maggio 2009

Il quarto atteggiamento: la bontà

BONTÀ
Quante volte da bambini ci siamo sentiti dire “devi stare buono”, “fai il bravo”… cosa significa per un bambino e un ragazzo questa semplice frase? Con questa attività vorremmo aiutare il ragazzo a diventare custode della bontà, sperimentando la gioia del perdono e della verità.

Attività:
I ragazzi vengono suddivisi in due squadre contraddistinte da due colori diversi. Ogni squadra sceglie un componente che verrà bendato. Nel campo da gioco saranno disseminati degli ostacoli e dei biglietti dei due colori delle squadre. I due componenti bendati dovranno superare gli ostacoli e riuscire a raccogliere i biglietti del colore della propria squadra. Come? Seguendo le indicazioni ciascuno della propria squadra che però sarà ad una certa distanza. Le due squadre saranno posizionate vicine tra loro in modo che le grida dei componenti per indicare il percorso al compagno si disturbino a vicenda.
Quando i biglietti sono stati recuperati da entrambi i giocatori si passa alla seconda fase cioè capire cosa contengono. I ragazzi scopriranno che contengono delle lettere e cercheranno di riordinarle. La squadra azzurra (per esempio) avrà tutte le lettere che compongono la parola: perdono, mentre la squadra gialla avrà tutte quelle che compongono la parola: verità (compreso l’accento su un biglietto a parte così che il numero di lettere e quindi di biglietti da conquistare per ogni squadra sia uguale).
Al termine del gioco si rifletterà sul significato delle parole scoperte, a che cosa si riferiscono concretamente nella nostra vita di tutti i giorni e quale atteggiamento potrebbe nascere da esse. Non è semplice metterli in pratica ma di certo l’atteggiamento della bontà nel senso concreto e quindi vero del termine non è cosa da poco.

Materiale occorrente:
Lettere azzurre (o di un altro colore) che compongono la parola “perdono”
Lettere gialle (o di un altro colore) che compongono la parola “verita’”
Nr. 2 bandane

mercoledì 29 aprile 2009

Il terzo atteggiamento: la Semplicità

SEMPLICITÀ
In una realtà che anche per i nostri ragazzi è sempre più complessa, dove spesso ci sono meno spazi per giocare liberamente. Una società nella quale si rischia di non dare più importanza a relazioni semplici e autentiche di amicizia, il ragazzo scopre la bellezza delle cose semplici ed originali, la meraviglia che queste possono suscitare. Come? Provando il gusto della scoperta!

Attività

L’educatore consegna ai ragazzi un foglietto di carta e una penna e invita ciascuno a scrivere qualcosa di sé (es. qualcosa che a loro piace, una loro caratteristica positiva,….). Quando tutti avranno terminato l’educatore consegna a ciascuno un palloncino (sgonfio), e invita i ragazzi ad inserire dentro il bigliettino scritto e a gonfiare il palloncino. Tutti i palloncini vengono posti sopra ad una coperta. A questo punto il gruppo si suddivide in due squadre. Una squadra si sistemerà lungo il perimetro della coperta e ciascun componente afferrerà con le mani l’estremità di stoffa. Al via dell’educatore i ragazzi cominceranno ad alzare e abbassare la coperta facendo volare i palloncini. L’altra squadra dovrà recuperare i palloncini e ributtarli nella coperta. Allo stop si contano quanti palloncini sono fuori e quanti sono dentro la coperta e le squadre si scambieranno i ruoli. Vince la squadra che è riuscita ad avere meno palloncini fuori dalla coperta allo stop dell’educatore. Al termine del gioco ogni ragazzo prende in mano un palloncino, quello che capita, e l’educatore invita ciascuno a cercare il ragazzo a cui quel palloncino appartiene. Dovrebbe questo essere un problema che stimola la riflessione: come si fa a capire di chi è il palloncino? Lo possiamo capire solo dal biglietto ma…il biglietto è all’interno. L’educatore dovrebbe aiutare i ragazzi a riflettere sul significato del palloncino scoprendo assieme ai ragazzi stessi che cosa potrebbe rappresentare (la complessità che ci circonda e che spesso ci ingabbia). Insieme si scopre che spesso il nostro essere complicati, o la stessa complessa realtà che ci circonda, ci fa perdere il senso delle cose che contano, delle cose semplici ma essenziali. Uscendo dal guscio della complessità si scopre ciò che conta, l’essenziale, che è semplice ma mai superficiale. A questo punto i ragazzi scoppiano i palloncini, scoprono i biglietti e quello che c’è scritto e possono capire di chi sono, conoscendo qualcosa di più dei loro amici.

Materiale occorrente:
Nr. 25-30 foglietti (100 per quattro gruppi)
Nr. 25-30 pennarelli
Nr. 25-30 palloncini (100 per 4 gruppi)
Una coperta (es. plaid da montagna)

martedì 10 marzo 2009

Il secondo atteggiamento: il Rispetto

RISPETTO
Il ragazzo scopre l’importanza del rispetto confrontandosi col valore della diversità. Imparare a vedersi e accettarsi tra coetanei, ciascuno come creatura diversa ed originale, rappresenta un modo per fare proprio l’atteggiamento dell’accoglienza e del rispetto.

Attività
Alla ricerca dell'originalità perduta
I bambini scrivono su 2 cartoncini colorati (uno arancione e l'altro azzurro) una caratteristica super originale loro. Un cartoncino sarà attaccato alla foro schiena (arancio) e l'altro sarà deposto in un forziere (azzurro) controllato dalia squadra educatori. I bambini dovranno entrare nella zona proibita del forziere per recuperare le loro caratteristiche originali scappando dagli educatori. Se vengono toccati e giocano a mora cinese, o a pari e dispari, e se perdono consegneranno la loro originalità all'educatore che la metterà nel forziere. I! prigioniero dovrà rimanere in una zona delimitata con funzione di prigione e verrà liberato solo dal recupero della sua originalità (scritta sul cartoncino arancione). Il recupero dei cartoncini azzurri invece permetterà ai bambini di ottenere punti per sconfiggere i rapitori dei rispetto. Alla fine, infatti, tutti i cartoncini recuperati verranno incollati uno vicino all'altro su una forma di chiave che servirà ad aprire la porta del rispetto chiusa dai rapitori del rispetto (gli educatori).
Sarà importante invitare i bambini a trovare una caratteristica originale e propria. I! portafesta valuterà se giocare con gli educatori presenti o dividendo i bambini in due squadre. Obiettivo del gioco sarà aprire la porta de! rispetto con l'originalità di ognuno rispettando che tutti però siamo diversi: questo il punto sul quale si vuole far riflettere i ragazzi alla fine dell'attività Attenzione: I! gioco è divertente ma deve essere spiegato bene.
Materiale
Un disegno di una porta chiusa con su scritto TRISTEPO.
Cartellone di una chiave gigante
Cartoncini di due colori

mercoledì 25 febbraio 2009

Alla scoperta di alcuni atteggiamenti

Visto che ogni educatore ha un ruolo importante, non solo durante le poche misere ore settimanali, ma la sua presenza (non solamente fisica, ma solo anche come punto di riferimento per l'educando) risulta di fondamentale importanza durante tutta la crescita individuale di ogni educando di cui si occupa; allora ho pensato di approfondire alcuni atteggiamenti di cui i bambini dovrebbero cominciare a sviluppare la loro consapevolezza e importanza durante la quotidianità.
I 4 atteggiamenti che si cercherà di conoscere, attraverso dei giochi interattivi, sono:
o Fedeltà
o Rispetto
o Semplicità
o Bontà
Partiamo dalla FEDELTA': il ragazzo scopre il significato della fedeltà riflettendo sul valore di un’amicizia sincera e trasparente. L’educatore li aiuta a interrogarsi sul come costruire legami duraturi e autentici.

Attività:
I bambini vengono divisi in 3 squadre : ciascuna squadra dovrà fare una raccolta punti-fedeltà di un particolare prodotto (ogni barattolo del proprio prodotto avrà attaccato un post it di 1 punto)..vince la squadra che arriva per prima a 10 punti.
Per movimentare un po' il gioco, ogni squadra parteciperà con una coppia di giocatori che giocheranno insieme correndo all’interno di un hula hop (simbolo della fede nuziale - da spiegare ai bambini)...quindi giocheranno 3 coppie di bambini contemporaneamente, e quando ciascuna di questi avrà preso un punto-fedeltà, tornerà alla propria base facendo cambio con altri 2 compagni e attaccando i punti fedeltà su un cartellone raccolta-punti.

Alla fine del gioco si potrà riflettere con i bambini su due aspetti:
o l'importanza dell'essere fedeli per raggiungere uno scopo (la vincita del premio dopo la raccolta-punti): e da questo riflettere sul fatto che molto spesso non siamo fedeli ai nostri impegni, non siamo costanti, non ci impegniamo abbastanza.
o l'importanza della fedeltà come vicinanza e condivisione del cammino con qualcuno: il simbolo della “fede ci serva a riflettere sul fatto che molto spesso non siamo vicini a chi ci cerca, a chi ci vuole bene, a chi ha bisogno di noi...FEDELTA' come impegno verso i nostri amici e come bisogno di sincerità e di trasparenza (limpidezza di sentimenti- non si può essere fedeli a chi ci nasconde qualcosa)

Materiale:
 Un prato delimitato da corde o circoscritto in qualche modo, all'interno del quale vengono disposti in ordine sparso tanti barattoli diversi. Vengono create 3 postazioni per ciascun gruppo (creare uno spazio fisico segnato per terra e nel quale possa starci anche il cartellone).
 3 hula hop( le fedi), alcuni barattoli di prodotti -tutti della stessa marca- (es: bottiglie vuote di coca cola, lattine di the, barattoli di passata di pomodoro,...), oppure cartoncini con disegnati i prodotti , post it per i punti, 3 cartelloni per la raccolta-punti.

Questo gioco è stato pensato per rimanere anche nel tema del centro commerciale e questa attività, a mio parere rispecchia uno dei negozi del centro: il supermercato.

mercoledì 11 febbraio 2009

Riconosciamo le stazioni della Via Crucis


In vista della Pasqua, vi propongo un gioco utile a far imparare i bambini il valore e il significato della Via Crucis.

Luogo di svolgimento: Stanza
Materile occorrente: Scotch
Tempo: 20 min

I bambini vengono divisi in due o più squadre. Ogni squadra è identificata da un colore, e un foglio(formato A4) su cui sono disegnate le stazioni della via crucis; sul retro di esso c'è scritta una frase tratta dal vangelo che deve essere diversa per ogni scuadra. Importante che il foglio sia del colore della squadra. Questo foglio viene tagliato dagli animatori prima dell'inizio del gioco, e attaccato sulle pareti della stanza. Al via i bambini delle scuadre, tenendosi tutti per mano devono girare per la stanza e raccogliere tutti i ritagli di foglio che sono del colore della loro scuadra. Raccolti tutti i pezzi devono, guardando il lato dei disegni,ricomporre l'esatta sequenza della Via Crucis. Vince la squadra che per prima, senza guardare il retro del foglio, riesce a riordinare le stazioni nel modo corretto. Alla fine i fogli vengono girati andando a scoprire la frase scritta sul retro, questa ci manda a una riflessione sul significato della Via Crucis.

lunedì 9 febbraio 2009

Creo la Pace


Dopo aver partecipato alla festa della pace, ai bambini viene data la possibilità di costruire attraverso vari materiali, un oggetto di pace. Questo piccolo simbolo servirà loro per capire che, solo se ogni persona si impegna alla costruzione di questo grande progetto, non ci saranno più guerrre e uccisioni. Questa semplice attività può essere spiegata, infine, con una semplice frase che ho trovato sul mensile Segno: "I costruttori di pace sono simili ad artigiani, esperti e pazienti, che non fanno le cose in serie, ma mettono un po' di se stessi in ogni gesto che compiono, perchè diventi unico e irripetibile. Costruiscono la pace là dove sono, ma non sanno esportarla in tutto il mondo!" Infatti secondo me è importante partire dalla piccola realtà in cui viviamo: quante famiglie si dividono? quanti paesi lottano ogni giorno per futili motivi? E perchè allora non partire dalla piccola realtà che ci circonda, per diffondere questo messaggio di pace, evitanto di sprecare inutili paroloni generali che danno l'impressione di "tutto fumo e niente arrosto"?

domenica 8 febbraio 2009

La festa della Pace





La festa della Pace che viene organizzata ogni anno anche nel nostro vicariato con i bambini dell'acr è importante affinchè ogni bambino si faccia consapevole che può essere uno strumento di pace e che sta proprio a lui decidere se essere portatore di questo importante messaggio, in modo che le molteplici situazioni od occasioni di guerra possano finire una volta per tutte.
L'organizzazione della festa è stata stabilita così:
Momenti riservati ai bans
Momenti riservati al gioco
La S.messa
Un momento riservato alla visione del film sulla pace: "Azur e Asmar"
La riflessione sul film che può essere organizzata così:
 Disposizione dei partecipanti in file distinti per eta’(ai componenti del G.B. verrà consegnato un cartello indicante l’età dei ragazzi che dovranno allinearsi difronte)
 A divisione eseguita si formeranno 10 gruppi da 10/12 persone pescando da ogni fila-età
 Il gruppo formato verrà affidato a un animatore-guida che li raccoglierà a sé, li farà sedere e condurra una breve analisi-riflessione del film visto attraverso domande fornite ad essi
 Terminato la riflessione in gruppo l’animatore-guida chiuderà enunciando il messaggio di pace qui sotto esposto:


AZUR E ASMAR
(di Michel Ocelot, 2006)
Azur è un bambino biondo con gli occhi azzurri. Asmar, invece, è un bambino arabo dalla pelle scura e con occhi e capelli neri. Vivono in Francia, alla corte del padre di Azur, cresciuti dalla tenera madre di Asmar, ai quali ella racconta ogni sera la leggenda della fata dei Jinns, chiusa in una prigione segreta dove aspetta la salvezza. Un giorno, però, il padre manda Azur a studiare lontano e scaccia dalla casa la nutrice e il piccolo Asmar. Solo da adulto Azur potrà recarsi nel lontano Oriente per ritrovare i suoi amici di un tempo, e grazie anche al ricordo conservato nella sua memoria di una lingua sconosciuta, l'arabo, troverà Asmar, anche lui alla ricerca della fata dei Jinns. Insieme riusciranno a liberarla, proteggendo ognuno la vita dell'altro, affrontando rischi, imboscate e scelte eroiche. Il fato li ricompenserà facendo trovare a ciascuno l'amore della vita.

Domande che aiutano i ragazzi alla riflessione
1. In quale personaggio ti riconosci o ti senti + vicino?
2. Nella tua scuola c’è un ragazzo/a che assomiglia ad Asmar?Siete amici?
3. Si, perchè?
4. No, perché?
Se i ragazzi rispodono SI dovrebbero elencare i motivi x cui c’è questa amicizia e noi faremo notare che loro non danno peso alle DIVERSITA’ma vedono nell’altro un fratello (proprio come Azur e Asmar) con cui sviluppano atteggiamenti di PACE e FRATERNITA’.
Se invece rispondono NO dovremo invitarli a superare le DIVERSITA’ (come hanno fatto Azur e Asmar) e a Rivedere l’altro come nostro fratello con cui vivere in Pace e Fraternità.

Per riflettere dopo aver visto il film
La narrazione del film ha la struttura classica di una fiaba, che ne facilita il fluire del racconto e la memorizzazione del messaggio di pace e fraternità di cui è portatrice. La semplice storia dei due fratelli di latte, separati dalla diversa origine e dalla sorte, racchiude in realtà idee ben più profonde, che vanno oltre l'inserimento in un paese straniero.
Azur e Asmar raffigurano i due lati contrapposti di una convivenza, l’incontro di due civiltà che si accettano e convivono nel reciproco rispetto. I due amici giungeranno alla meta sciogliendo le domande di senso sul loro destino solo dopo un faticoso cammino pieno di difficoltà. Superando timori e tabù legati alle culture differenti, riusciranno a tradurre in realtà l'accoglienza della diversità e l'integrazione tra i popoli.
Sono questi gli elementi più significativi per una lettura del film che, a livello visivo, comunica una bellezza coinvolgente e naturale trasmessa allo spettatore dall’eleganza del disegno ma, ancor di più, dall'intensità e dalla varietà dei colori. Il fondersi dei colori, l’europeo Azur dagli occhi blu e il bruno, significato in arabo del nome Asmar, racchiude il vero contenuto semantico del racconto dai chiari risvolti multiculturali e ecumenici.

Una possibile lettura
Guardando il film sembra quasi di sfogliare un meraviglioso libro illustrato che descrive i conflitti e le lotte che oggi affliggono il mondo. Ma la positività della proposta cinematografica sta soprattutto nel superamento della visione negativa in ordine alla diversità, presentando l'integrazione tra i popoli come un inno all’accoglienza, alla fratellanza e alla pace.
Azur e Asmar va inteso come una metafora sulla tolleranza reciproca e l’inclusione di culture diverse. Il perno di questa unione, intorno al quale gira tutta la narrazione, è la balia, che si prende cura allo stesso modo del suo bambino e del bimbo dagli occhi azzurri che le viene affidato. Assieme al nutrimento trasmette al piccolo la sua lingua araba e le ricchezze della cultura e delle tradizioni orientali, che in seguito segneranno l’avvenire del ragazzo e il suo destino. La sua maturazione sarà infatti quella di un uomo occidentale saggio, che malgrado le difficoltà e le mancanze di comprensione resta legato a quel mondo esotico e lontano conosciuto e amato fin dai primi anni di vita. Arriva a privarsi della vista nascondendo i suoi occhi azzurri, ritenuti maledetti dalla gente orientale superstiziosa, e raffinare gli altri sensi con cui indaga in profondità quei fattori caratteristici di un mondo, la cui scoperta non è possibile attraverso la sola vista.
Azur e Asmar è allo stesso tempo una favola e una storia vera, un’allegoria e una finestra di speranza aperta sul buio della nostra storia. Il suo messaggio è esplicito: rispettare e amare l’altro valorizzando le diversità etnico-culturali che ci contraddistinguono. Il regista Michel Ocelot vede nell'unione, senza alcun pregiudizio, tra la cultura araba e quella occidentale, l'avvenire del mondo.

lunedì 2 febbraio 2009

VOGLIA DI PACE

Le voci dei bimbi il vento raccoglie
e poi le sparpaglia tra i rami e le foglie
di alberi antichi, con grosse radici
che sanno ascoltare le cose che dici
per poi raccontarle, giù... giù... nel profondo
al Cuore che batte al centro del mondo.









Se un bimbo sorride, sorride anche il Cuore
ed ecco spuntare in un prato un bel fiore.
Se un bimbo è felice, il Cuore è contento
e nascon farfalle che danzan col vento.









Ma, a volte, le risa diventano pianti:
le lacrime scendono, calde e pesanti,
colpiscon la Terra che trema, impaurita,
vedendo la morte mischiarsi alla vita.
Ossezia, Israele, Iraq, Palestina...
tra bombe e fucili la morte cammina,
portando con sé ceceni, afghani
e tanti, tantissimi bimbi africani!














Bombardano, sparano e parlan di pace,
al Cuore del mondo ‘sta cosa non piace:
“Se di odio e violenza riempite la Terra,
non siate bugiardi: chiamatela guerra!
La pace è sorridere, darsi la mano,
dormire tranquilli, guardare lontano
e in fondo vedere, nel cielo sereno,
i sette colori dell’arcobaleno.








Soltanto se spargi la voglia di amare
il vento sorride e può allora portare
agli alberi antichi e alle loro radici
le voci ed i sogni di bimbi felici!”

Elio Giacone


Questa è una poesia sulla Pace che si può proporre ai bambini affinchè imparino a mettere i loro passi sulle orme di Gesù e degli altri testimoni che hanno realizzato questo desiderio di bene e di amore nel mondo.

giovedì 29 gennaio 2009

Sulle orme di Gesù

I bambini riflettono su quali possono essere le "distrazioni" che li allontanano dalle orme di Gesù attraverso un percorso guidato che può essere svolto contemporaneamente dai bambini singolarmente, con un foglio A4 o divisi in 2 squadre: in questo caso uno dei componenti farà da pedina in una versione gigante del tabellone.
II percorso con le orme che i bambini sono invitati a intraprendere richiama esperienze di vita concrete, occasioni in cui si sono fatti attrarre dal luccichio delle vetrine e hanno perso di vista il giusto cammino, quello tracciato da Gesù.
Ad ogni esperienza di vita/situazione tipo i bambini dovranno rispondere secondo il loro comportamento abituale (se sono divisi in squadre prenderanno una decisione insieme o, se i bambini non sono ancora in grado di confrontarsi da questo punto di vista, a maggioranza, secondo le scelte singole); quindi seguire le indicazioni della casella fino alla successiva. I bambini lungo il percorso incontreranno dei testimoni che potranno indicare loro il giusto cammino da seguire (S. Francesco d'Assisi, Beata Teresa di Calcutta, don Pino Puglisi...) perché durante la loro vita, nonostante le difficoltà, hanno operato a favore della pace e sono stati esempio di equilibrio e serenità.
Per rendere l'attività più dinamica e non un semplice domanda-risposta, tra le tappe del percorso è possibile inserire delle mini prove da superare per poter accedere al quesito successivo; sarà discrezione dell'educatore scegliere quante e quali prove inserire e in quali orme, a seconda del tempo a disposizione e del numero dei ragazzi. Esempi di mini-prove: staffette di tutti i tipi (rane, quaglia, palloncino, sorriso... prove di equilibrio, prove di pazienza, pro¬ve canore. Alla fine si leggerà il profilo A o il profilo B e si commenteranno insieme le risposte date durante il percorso per individuare i momenti esatti di "distrazione" e per proporre dei modi per superarle (sull'esempio dei testimoni).

PROFILO A: Complimenti!!!
Siamo sulle orme di Gesù. Anche se con qualche difficoltà e distrazione sappiamo seguire le orme "giuste" da quelle "sbagliate". Gesù ci chiede di costruire la pace ogni giorno, a casa con mamma e papà, a scuola con i compagni, anche quelli che ci stanno antipatici; è difficile, ma ad aiutarci in questo percorso abbiamo l'esempio di molti testimoni che prima di noi Lo hanno seguito. Continuiamo ad imparare da loro a superare le difficoltà e a costruire la pace nella nostra vita di ogni giorno.

PROFILO B: Attenzione!!!
Forse a volte siamo poco attenti a seguire le orme di Gesù. Le difficoltà e le distrazioni ci allontanano dal Suo percorso. Gesù ci chiede di costruire la pace ogni giorno, a casa con mamma e papà, a scuola con i compagni, anche quelli che ci stanno antipatici ma noi cadiamo nell'errore di litigare invece di giocare insieme, di pensare solo a noi invece che aiutare gli altri. Dobbiamo prestare più attenzione all'esempio di molti testimoni che prima di noi Lo hanno seguito per imparare da loro a superare le difficoltà e seguire le Sue orme, costruendo la pace ogni giorno nella nostra vita.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il ruolo dell'educatore

Nell'incontro di formazione che è stato organizzato per tutti gli animatori acr della diocesi il giorno 11 gennaiosi è discusso prevalentemente del ruolo dell'animatore e dei rapporti che egli mantiene con il mondo esterno. Sono state delineate alcune caratteristiche e competnze che l'educatore deve possedere affinchè possa essere considerato tale, come:
*saper asclotare
*saper gestire la complessità
*saper lavorare in gruppo
*saper indagare
*saper osservare
*saper essere aperto
*saper tollerare le frustazioni
*saper assumersi dei rischi
*saper organizzare
*saper essere un buon ascoltatore
*saper essere promotore di una cultura educativa
*saper animare
*saper intrattenere delle valide relazioni con: la comunità, il mondo, Dio, se stesso e soprattutto con l'educando
L'animatore responsabile, invece è colui che possiede in più altre caratteristiche, come:
1)Unità: cerniera fra interno ed esterno
interno: con gli appartenenti al settore, tra i settori, in armonia con vicariato e diocesi;
esterno: con le altre realtà che operano in parrocchia: davanti ad esse siamo il volto dell'AC, assieme ad esse siamo il volto della chiesa.
2)Originalità: una questione di etichetta
L'appartenenza organizzata alla chiesa non mortifica l'originalità ma, al contrario, valorizza la creatività dei singoli componenti nel carisma specifico dell'AC.
3)Stile: interiorizzazione
Comunicare dimostrando di vivere quello che si propone; il nostro comportamento diventa modello e testimonianza di quei principi propri dell'associazione; si comunica quindi non solo contenuti, ma un patrimonio personale che ai quei contenuti ha fatto riferimento.
4)Relazione: capacità di rapporti positivi
Il patrimonio personale ci deve portare a relazioni significative con gli altri; ciò rassicu¬ra, crea fiducia e predispone l'altro a recepire i contenuti che si vuol comunicare; lo stile quindi diventa educativo.
5)Spiritualità: rapporto personale con Cristo
Non recitiamo la "parte del responsabile" se siamo convinti in prima persona di ciò che facciamo; ecco perché dobbiamo aver cura della relazione con Dio: con il Suo aiuto riscopriamo le motivazioni profonde della nostra vocazione; vita secondo lo spirito: il valore della preghiera.
6)Formazione: destinatari di un messaggio
Non siamo solo organizzatori o comunicatori, ma anche destinatari di proposte necessarie alla nostra formazione personale; le varie iniziative vanno accolte con la voglia di partecipare, ossia con la consapevolezza sia di poter imparare, sìa di'poter insegnare; l'importanza del confronto con gli altri.
Infine è stata posta una domanda di riflessione ai presenti su cui interrogarsi continuamente e farsi un'autoanalisi:
Quali di questi punti ritenete di dover rafforzare per svolgere bene il vostro servizio nella realtà parrocchiale cui appartenete?

domenica 18 gennaio 2009

L'attività dei desideri

Sarebbe interessante se i bambini potessero disegnare o ritagliare dai giornali i loro desideri e inseguito presentarli brevemente ai loro compagni, affinchè si raccontino. In un secondo momento bisogna fare incollare questi desideri su alcuni scatoloni che gli verranno indicati dall'animatore in quanto sarà lui a stabilire quali sono i desideri futili, da attaccare sulle scatole più grandi, e quelli più sani e importanti, da attaccare su quelle più piccole...Verrà poi presentato al bambino un percorso ricco di difficoltà e ostacoli. Alla fine del percorso (che sta come metafora della vita) dovrà scegliere il proprio desiderio apposto sulla scatola e rifare il percorso al contrario. Riuscirà però a tornare indietro solo se avrà scelto un desiderio importante, perchè quelli futili, essendo attaccati sulle scatole grandi, saranno un po' ingombranti da riportare. Ciò significa che nella vita i desideri che veramente sono da perseguire, sono quelli più semplici e veramente importanti.

venerdì 16 gennaio 2009

I desideri


Obiettivo: Conoscenza di sé e dell’amore delle persone che gli stanno attorno
Attività: Far raccogliere in una scatola al bambino i propri desideri per sé stesso e per chi gli sta attorno con l’aiuto di immagini disegnate o trovate sul giornale. Successivamente raccogliere i desideri di bene (incollarli fuori dalla scatola) che gli altri hanno per loro. Far capire ai bambini che tante persone vogliono loro bene, in primo luogo Gesù.
L'attenzione che sempre l'ACR ha nei confronti della realtà dei ragazzi ci impegna quest'anno ad elaborare una proposta formativa che parte dal loro vissuto, in particolare dai desideri che essi si portano dentro, desideri che esprimono tutta la voglia di poter riuscire a vivere una vita piena, bella e luminosa. A volte, però è importante far notare ai propri ragazzi, che qualche loro desiderio non è così importante e non sarà così rilevante averlo per poter possedere una vita felice, ma che a volte basta una semplice aspirazione a rendere davvero una vita migliore, come ad esempio voler inseguire la via della santità a cui tutti siamo chiamati.E' per questo che nel prossimo post vi illustrerò come si può far capire questo concetto a dei bambini di 6-8 anni.

martedì 13 gennaio 2009

TRA LE BRACCIA DI DIO PADRE


Obbiettivo:i bambini riconoscono nella loro vita la presenza costante di Dio Padre che li ama e si prende cura di loro, sia nei momenti di serenità che nelle piccole e grandi sofferenze.
Attività: si consiglia di iniziare l'attività con un mini-gioco che porti i bambini a riflettere sulla presenza nella nostra vita di alcuni legami importanti e sulle difficoltà a causa delle quali questi legami possono indebolirsi o, addirittura, spezzarsi. A differenza di tutti gli altri rapporti, in quello con Dio, causa della fragilità del legame, potrà essere soltanto il nostro allontanamento perché Dio è sempre fedele e non ci abbandona mai.
A due a due i bambini tengono fra le mani un elastico che li unisce (un piccolo pezzo di spago leggermente tagliato dal centro o un pezzo di cartoncino...), segno del loro legame, e vengono poste loro delle domande. In base alle risposte rimarranno nelle loro posizioni o si allontaneranno l'uno dall'altro, con il rischio che l'elastico si spezzi e un capo salti sulle mani di uno di loro (per esempio alla domanda: se succede una lite fra di voi, essa vi può allontanare l'uno dall'altro? La risposta è SÌ, allora si chiede ai bambini di indietreggiare di due passi in direzione opposta, viceversa, rimarranno al loro posto; stessa cosa per la domanda: se il vostro amico vi ha giocato un brutto tiro, questo può rompere i legami che esistono fra voi? e così le altre...). Si ripete poi il gioco tra il bambino e l'educatore o il sacerdote che, in questo caso, rappresenta Dio, ponendo domande del tipo: se non partecipate alla vita del gruppo ACR, potete crescere nell'amicizia con Gesù? Se non siete generosi con i vostri compagni questo può allontanarvi da Gesù? ecc.. In base alla risposta data il ragazzo si allontanerà tirando l'elastico, mentre l'educatore rimarrà fermo anche quando il bambino lo romperà; Gesù accetta di caricarsi dei nostri errori e non si stanca di starci vicino, nonostante le nostre scelte. A questo punto vengono presentate ai bambini, attraverso fumetti o immagini tratte da riviste e giornali, varie esperienze di vita quotidiana in cui si può individuare la presenza, accanto ai bambini di Dio Padre, il quale li ama e si prende cura di loro. Tra queste i bambini individuano quelle che sentono più vicine al loro vissuto.

sabato 10 gennaio 2009

Attività 2: Che cosa conoscono gli altri di Gesù?


Obiettivo: Verificare l’idea che i bambini hanno di Gesù
Attività: un cartellone diviso in 3 colonne, a cui corrispondono alcune domande relative a qualche parabola o insegnamento di Gesù. Per ogni domanda 3 risposte rappresentate attraverso 3 vignette, e ogni bambino potrà esprimere la sua opinione con un simbolo diverso per ogni vignetta.
Al termine dell’attività il bambino modellerà un pezzo di plastilina con il simbolo che per lui rappresenta Gesù.

Esempi di domande:
1-Nella parabola della pecorella smarrita, con chi si può identificare il pastore?
*un uomo
*Gesù
*Giovanni Battista
2-In una parabola, dove c'era un povero che era stato malmenato e derubato, da chi è stato soccorso?
*Un sacerdote
*Un levita
*Un samaritano
3-Nella parabola del seminatore, qual è il seme che germoglia?
*quello caduto sulla strada
*quello caduto sulla terra
*o quello caduto sulla terra
4-Che cosè la zizzania in una famosa parabola?
*un fiore
*un corvo
*un'erbaccia
5-Nella parabola dei talenti, qual è l'uomo che non fa fruttare i talenti?
*quello che ne ha 5
*quallo che ne ha 1
*quello che ne ha 2
6-Nella parabola del salario, chi è che viene pagato di più?
*nessuno: tutti nella stessa maniera
*il capo
*chi lavora di più

venerdì 9 gennaio 2009

Esempio di attività.

Oggi vi vorrei proporre alcune linee guida per costrire un'attività per il proprio gruppo:
Esempio.
Il bambino riconosce nella sua appartenenza al gruppo ACR l'occasione preziosa per conoscersi e conoscere nuovi amici. Racconta i suoi desideri e scopre che accanto a lui ci sono tante persone che vogliono il bene per lui.
OBBIETTIVO: Il bambino esprime ciò che conosce di Gesù e con l’aiuto dell’animatore cercherà di confrontarsi all’interno del gruppo per scoprire modi di sentire Gesù diversi.
ATTIVITA': Bambini divisi in 2/3 gruppi, ogni gruppo avrà un cartellone diviso in 3 (3 modi diversi di espressione).
1° quadrate: Chi mi ha parlato la prima volta di Gesù? Es: genitori, educatori, catechisti. Li disegno.
2° quadrante: Che cosa ho conosciuto di Gesù? Es: valori fondamentali del Cristianesimo (amore, pace, famiglia, aiuto,…) Ritagli di giornale o foto di momenti comunitari AC
3° quadrante: Di Gesù io ti dico che… I bambini danno personalmente una definizione di Gesù e l’animatore o uno dei bambini più grandi scrive le parole più significative.
Il commento finale è riservato all'animatore/animatori per riassumere il cartellone facendo sì che anche i bambini aggiungano la loro opinione.

martedì 6 gennaio 2009

Il lavoretto di Natale di quest'anno



Anche quest'anno noi animatori abbiamo elaborato, attraverso la nostra fantasia, un lavoretto. Quest'ultimo è stato pensato in modo che non andasse a riempire le case dei nostri bambini con nuovi suppellettili di poco significato, ma che guardandolo, ogni bambino si possa ricordare del suo gruppo e di tutti i suoi amici che gli vogliono bene. Il lavoretto che è stato fatto è un semplice portafoto con la foto di tutto il gruppo ACR dei bambini dai 6 agli 8 anni.
La foto del risultato finale è qui sopra...

sabato 3 gennaio 2009

Tempo di Avvento e di Natale

Tanti auguri a tutti sia di buon anno che di buon Natale, anche se un po' in ritardo.

Nonostante sia già passato Natale, volevo illustrarvi cosa abbiamo proposto noi animatori durante il tempo di Avvento.
Tempo di Avvento
Obiettivo: Significato di Avvento, attesa, impegno e far capire il percorso per arrivare al Natale
Attività: Durante l’ACR, vengono proposte delle attività ai bambini, suddivisi in gruppetti e chi indovina per primo, si aggiudica il pezzo di volto/corpo di Gesù da attaccare la domenica di Avvento.
Le attività saranno incentrate su Orecchie (Ascolto), Occhi (Sguardo), Bocca (Parola) e Testa (Intelligenza).
Ascolto: dividere i ragazzi in grupetti e farli raccontare un po’ di se stessi. Poi i gruppi si fanno domande reciproche su quanto appena sentito e chi indovina vince un pezzo che unito agli altri formerà le orecchie.
Sguardo: divisi in gruppi, avranno delle immagini grandi in cui trovare le differenze. Per segnarle faranno una staffetta a tempo. Chi vince si aggiudica gli occhi.
Testa: quiz a tema (Avvento o figure proposte di domenica in domenica (quetse ve le posso passare, basta che me le chiedete)

Il tempo di Natale è il tempo della luce perchè è apparso Cristo, luce del mondo, e ci visitato con la sua Pace. Per far capire l'importanza della venuta di Gesù in mezzo a noi e per far conoscere meglio ai bambini i vari personaggi del presepio, abbiamo proposto queste attività:
Obiettivo: far capire ai bambini il vero significato del Natale con semplicità, umiltà e amore.
Attività: Caccia al tesoro. Immagine finale: Gesù Bambino.
Ogni pezzo del puzzle ha da una parte il disegno di Gesù e dall’altra una parola che identifica il personaggio. Una volta composta la sagoma i bambini possono capire meglio la persona di Gesù e di conseguenza il vero significato del Natale.
Domani, in oltre saremo in visita al presepe Scalabrini di Bassano assieme ai nostri bambini, con i quali poi andremo a berci una cioccolata calda. Per festeggiare insieme le feste che stanno ormai per finire, ci troviamo anche questa sera nell'aula video per vedere un film e mangiare qualcosa insieme. Speriamo vada tutto bene...