domenica 8 febbraio 2009

La festa della Pace





La festa della Pace che viene organizzata ogni anno anche nel nostro vicariato con i bambini dell'acr è importante affinchè ogni bambino si faccia consapevole che può essere uno strumento di pace e che sta proprio a lui decidere se essere portatore di questo importante messaggio, in modo che le molteplici situazioni od occasioni di guerra possano finire una volta per tutte.
L'organizzazione della festa è stata stabilita così:
Momenti riservati ai bans
Momenti riservati al gioco
La S.messa
Un momento riservato alla visione del film sulla pace: "Azur e Asmar"
La riflessione sul film che può essere organizzata così:
 Disposizione dei partecipanti in file distinti per eta’(ai componenti del G.B. verrà consegnato un cartello indicante l’età dei ragazzi che dovranno allinearsi difronte)
 A divisione eseguita si formeranno 10 gruppi da 10/12 persone pescando da ogni fila-età
 Il gruppo formato verrà affidato a un animatore-guida che li raccoglierà a sé, li farà sedere e condurra una breve analisi-riflessione del film visto attraverso domande fornite ad essi
 Terminato la riflessione in gruppo l’animatore-guida chiuderà enunciando il messaggio di pace qui sotto esposto:


AZUR E ASMAR
(di Michel Ocelot, 2006)
Azur è un bambino biondo con gli occhi azzurri. Asmar, invece, è un bambino arabo dalla pelle scura e con occhi e capelli neri. Vivono in Francia, alla corte del padre di Azur, cresciuti dalla tenera madre di Asmar, ai quali ella racconta ogni sera la leggenda della fata dei Jinns, chiusa in una prigione segreta dove aspetta la salvezza. Un giorno, però, il padre manda Azur a studiare lontano e scaccia dalla casa la nutrice e il piccolo Asmar. Solo da adulto Azur potrà recarsi nel lontano Oriente per ritrovare i suoi amici di un tempo, e grazie anche al ricordo conservato nella sua memoria di una lingua sconosciuta, l'arabo, troverà Asmar, anche lui alla ricerca della fata dei Jinns. Insieme riusciranno a liberarla, proteggendo ognuno la vita dell'altro, affrontando rischi, imboscate e scelte eroiche. Il fato li ricompenserà facendo trovare a ciascuno l'amore della vita.

Domande che aiutano i ragazzi alla riflessione
1. In quale personaggio ti riconosci o ti senti + vicino?
2. Nella tua scuola c’è un ragazzo/a che assomiglia ad Asmar?Siete amici?
3. Si, perchè?
4. No, perché?
Se i ragazzi rispodono SI dovrebbero elencare i motivi x cui c’è questa amicizia e noi faremo notare che loro non danno peso alle DIVERSITA’ma vedono nell’altro un fratello (proprio come Azur e Asmar) con cui sviluppano atteggiamenti di PACE e FRATERNITA’.
Se invece rispondono NO dovremo invitarli a superare le DIVERSITA’ (come hanno fatto Azur e Asmar) e a Rivedere l’altro come nostro fratello con cui vivere in Pace e Fraternità.

Per riflettere dopo aver visto il film
La narrazione del film ha la struttura classica di una fiaba, che ne facilita il fluire del racconto e la memorizzazione del messaggio di pace e fraternità di cui è portatrice. La semplice storia dei due fratelli di latte, separati dalla diversa origine e dalla sorte, racchiude in realtà idee ben più profonde, che vanno oltre l'inserimento in un paese straniero.
Azur e Asmar raffigurano i due lati contrapposti di una convivenza, l’incontro di due civiltà che si accettano e convivono nel reciproco rispetto. I due amici giungeranno alla meta sciogliendo le domande di senso sul loro destino solo dopo un faticoso cammino pieno di difficoltà. Superando timori e tabù legati alle culture differenti, riusciranno a tradurre in realtà l'accoglienza della diversità e l'integrazione tra i popoli.
Sono questi gli elementi più significativi per una lettura del film che, a livello visivo, comunica una bellezza coinvolgente e naturale trasmessa allo spettatore dall’eleganza del disegno ma, ancor di più, dall'intensità e dalla varietà dei colori. Il fondersi dei colori, l’europeo Azur dagli occhi blu e il bruno, significato in arabo del nome Asmar, racchiude il vero contenuto semantico del racconto dai chiari risvolti multiculturali e ecumenici.

Una possibile lettura
Guardando il film sembra quasi di sfogliare un meraviglioso libro illustrato che descrive i conflitti e le lotte che oggi affliggono il mondo. Ma la positività della proposta cinematografica sta soprattutto nel superamento della visione negativa in ordine alla diversità, presentando l'integrazione tra i popoli come un inno all’accoglienza, alla fratellanza e alla pace.
Azur e Asmar va inteso come una metafora sulla tolleranza reciproca e l’inclusione di culture diverse. Il perno di questa unione, intorno al quale gira tutta la narrazione, è la balia, che si prende cura allo stesso modo del suo bambino e del bimbo dagli occhi azzurri che le viene affidato. Assieme al nutrimento trasmette al piccolo la sua lingua araba e le ricchezze della cultura e delle tradizioni orientali, che in seguito segneranno l’avvenire del ragazzo e il suo destino. La sua maturazione sarà infatti quella di un uomo occidentale saggio, che malgrado le difficoltà e le mancanze di comprensione resta legato a quel mondo esotico e lontano conosciuto e amato fin dai primi anni di vita. Arriva a privarsi della vista nascondendo i suoi occhi azzurri, ritenuti maledetti dalla gente orientale superstiziosa, e raffinare gli altri sensi con cui indaga in profondità quei fattori caratteristici di un mondo, la cui scoperta non è possibile attraverso la sola vista.
Azur e Asmar è allo stesso tempo una favola e una storia vera, un’allegoria e una finestra di speranza aperta sul buio della nostra storia. Il suo messaggio è esplicito: rispettare e amare l’altro valorizzando le diversità etnico-culturali che ci contraddistinguono. Il regista Michel Ocelot vede nell'unione, senza alcun pregiudizio, tra la cultura araba e quella occidentale, l'avvenire del mondo.

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